IL NOTAIO CHE CAMBIA
Per non fermarsi alla forma, per non fermarsi alla firma
Il notaio che cambia è il notaio che rimodella il suo ruolo nella società e, consapevole della sua irrinunciabile funzione pubblica, si adegua alle nuove domande sociali e cerca di dare loro una risposta efficiente.
Il notaio che cambia è il notaio che non si arrocca nella difesa di privilegi e non si chiude alla discussione, ma intanto conserva l'obiettivo di conciliare gli interessi dei privati con gli interessi pubblici, tutelando entrambi, e al tempo stesso non si appiattisce sulla dimensione imprenditoriale.
Il notaio che cambia è il notaio che applica e interpreta la norma che esiste, ma pure cerca di aprire varchi alla legge sommersa che spinge per emergere.
Il notaio che cambia è il giurista di alto livello che non solo attesta e certifica ma anche orienta, decide, conferisce valore aggiunto alla negoziazione privata.
Il notaio che cambia, il cliente lo riconosce quando può dire, alla fine della prestazione di cui ha beneficiato: "Certo ha fatto differenza essermi rivolto a lui invece che a un suo collega!".
Il notaio che cambia è il nome di un comitato che avevo costituito un paio di anni fa con alcuni colleghi per affrontare francamente e pubblicamente, con i cittadini e la classe politica, i temi di una razionalizzazione delle funzioni del notaio e di un allargamento della sua responsabilità. Il comitato organizzò un rilevante convegno a Torino nel quale si proponeva di affidare al notaio un ruolo interventista di garanzia a favore dei cittadini in alcuni rapporti con le banche.
Il notaio che cambia è il notaio che osserva e segue con rispetto il confronto tra l'organo istituzionale di categoria e le autorità pubbliche ma, intanto, nel suo piccolo, applica i correttivi che la storia, la coscienza, la conoscenza, le ambizioni gli suggeriscono e cerca di fare in modo che quel "suo piccolo" non sia poi tanto piccolo.