I CONTRATTI CREATIVI
Siccome nelle mie attività pubbliche extra-notarili vengo considerato un creativo mi sono sentito spesso porre la domanda se quella qualità non costituisse uno spreco, quando non un disturbo, per la mia attività professionale.
Il notaio, in effetti, gode la fama di essere l'anti-creativo per eccellenza. La maggior parte delle persone immaginano che il suo ruolo principale sia, come nei telequiz, quello di "confermare" ciò che gli altri fanno e dicono (dopo che lo hanno preliminarmente pensato). Egli sarebbe una sorta di parassita dell'azione e del pensiero, prosperante sulla necessità che in alcuni casi venga comodo o necessario alla comunità la certificazione di alcune azioni e, indirettamente, dei pensieri che le hanno ispirate. Il notaio sarebbe persino professionalmente privo di libero arbitrio
tant'è vero che se la frase più dolente di Cesare passata alla storia è "tu quoque, Brute, fili mi!", quella più amara che un Presidente della Repubblica prima o poi nel proprio mandato pronuncia per dare il senso della sua limitatezza istituzionale è: "Sono solo un notaio!".
Certo, una funzione incontestabile e primaria del notaio è quella di garantire la pubblica fede e, al tempo stesso, di assicurare la certezza dei rapporti giuridici: ma la creatività non va intesa come la libera espressione d'estro che mette in pericolo la stabilità del sistema giuridico. Una delle migliori definizioni di creatività si deve al matematico e filosofo Henri Poincaré: l'unione nuova e utile di elementi esistenti. Questa è un'attività che già i migliori fra i notai hanno esercitato in passato e che sempre più viene socialmente reclamata all'interno di un ordinamento civilistico che, sulla spinta di una continua evoluzione delle domande e dei bisogni, presenta spazi che necessitano di flessibilità, adattamento, rinnovo.
In alcuni casi la creatività si esprime compiutamente in una figura giuridica nuova: per quanto mi riguarda nel 2013 ho stipulato, primo in Italia, il "contratto di unione civile" e nel 2014, primo in Italia, il "trasferimento di immobili internamente a circuito di corporate barter" (che nei pochi precedenti era stato impropriamente trattato come compravendita). Per il futuro del mercato immobiliare con pagamento del prezzo dilazionato propongo, in alternativa al rent to buy, la nuova costruzione della vendita anticipata e propongo nuovi schemi procedurali volti a favorire l'acquisto o la vendita di un immobile nella sezioni cercare (e comprare) casa con l'aiuto del notaio o vendere casa con l'aiuto del notaio. Altri contratti innovativi sono proposti negli strumenti di solidarietà.
Ma la creatività del giurista notarile a volte, invece di realizzare un istituto nuovo, è chiamata a completare lo schema ancora parzialmente vergine di contratti o negozi che stanno ancora modellando la loro forma. E' per questo che mi trovo particolarmente a mio agio con i trust e i vincoli di destinazione.
Ed è per questo che utilizzo in chiave di ottimizzazione successoria, consentendo di premiare i figli più meritevoli nel prendersi
effettivamente cura dei genitori, il contratto di assistenza materiale (che rappresenta un mio adattamento della figura del contratto di
mantenimento).
Altre volte il notaio che ha una visione creativa della professione manifesta tale qualità nel varo di una clausola (ad esempio in materia di statuti societari) o nell'attuazione di un programma negoziale complesso e nella capacità di alleggerire l'impatto fiscale dello stesso. Il notaio creativo non tira fuori dal suo cassetto la modulistica più adatta a una richiesta seriale del cliente ma parte dall'obiettivo che quelcliente vuole conseguire individuando una soluzione personalizzata. A volte persino per risolvere esigenze che il cliente ignorava di avere. Considero dunque, nella mia personale visione e organizzazione, il lavoro non intellettuale del notaio l'eccezione rispetto alla regola. Per i casi in cui quest'eccezione vige rinvio al link sottostante.